Milano-Bicocca e la cultura della sostenibilità: un podcast approfondisce il dialogo tra scienza e territorio - Bnews Milano-Bicocca e la cultura della sostenibilità: un podcast approfondisce il dialogo tra scienza e territorio

Milano-Bicocca e la cultura della sostenibilità: un podcast approfondisce il dialogo tra scienza e territorio

Milano-Bicocca e la cultura della sostenibilità: un podcast approfondisce il dialogo tra scienza e territorio
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La sostenibilità può trasformarsi da concetto astratto a pratica quotidiana. Lo dimostra la collaborazione tra università, enti locali e cittadini, nella quale prende forma una rete di azioni e riflessioni che ridefinisce il rapporto tra persone, ambiente e innovazione.

Tra le iniziative più significative in questo campo si distingue OpenAirLab, laboratorio di ricerca e innovazione dell’Università di Milano-Bicocca dedicato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Inserito nel quadro del progetto MUSA, il laboratorio favorisce l’incontro tra scienza, istituzioni e comunità locali per lo sviluppo di città più consapevoli e resilienti.

Veronica Berni e Maddalena Sottocorno, entrambe assegniste di ricerca presso il dipartimento di Scienze umane per la formazione "Riccardo Massa" del nostro ateneo, offrono prospettive complementari su questo percorso attraverso il dialogo con gli attori territoriali e la divulgazione del podcast “Sustainability and the city”. Due sguardi che, insieme, aprono nuovi interrogativi sul futuro sostenibile delle nostre città.

Quali dinamiche emergono dal confronto tra università, enti territoriali e cittadini nella definizione di politiche di sostenibilità locale?

Veronica Berni

[Veronica Berni] Il confronto tra università, enti territoriali e cittadini favorisce l’incontro attorno a un interesse comune: la vivibilità del territorio, a cui ciascuno contribuisce con approcci e competenze differenti. Questo scambio permette di costruire percorsi sinergici e di valorizzare il contributo di ogni attore coinvolto. Il dialogo genera inoltre un forte senso di appartenenza, una migliore conoscenza reciproca e una maggiore convergenza di visioni e pratiche. Crediamo che il movimento che parte dall’università e si apre verso cittadini ed enti restituisca l’immagine di un ateneo attivo, radicato e capace di dialogare con gli altri abitanti del territorio. Ne nasce una dinamica generativa di scambio con il quartiere, preziosa e tutt’altro che scontata.

In che modo la ricerca può favorire la nascita di una consapevolezza collettiva e duratura sul tema della sostenibilità urbana?

[Veronica Berni] ] La ricerca contribuisce in modo decisivo alla costruzione di una consapevolezza collettiva e duratura sulla sostenibilità urbana. Oggi è ampiamente condivisa una visione multidimensionale della sostenibilità: le dimensioni ambientale, economica e sociale sono strettamente intrecciate e non possono essere considerate separatamente. In questo senso, i contesti urbani diventano spazi privilegiati per sviluppare ricerche, sperimentazioni e trasformazioni capaci di mettere in relazione queste dimensioni in modo virtuoso. La ricerca è inoltre uno strumento potente per aiutare gli enti territoriali a riconoscere il valore del proprio operato sul piano sociale, ambientale ed economico. Può sembrare un passaggio semplice, ma non lo è: solo quando si è in grado di nominare e comprendere ciò che si fa, si può acquisire consapevolezza della propria importanza e dell’impatto delle proprie azioni. Da questa consapevolezza nasce la possibilità di rafforzare le pratiche esistenti e svilupparne di nuove per il futuro.

Che ruolo gioca l’esperienza della dimensione locale, come quella di Milano-Bicocca, nel definire modelli di sviluppo sostenibile adattabili ad altri contesti urbani?

[Veronica Berni] L’esperienza della dimensione locale offre un osservatorio privilegiato per comprendere come possano nascere e svilupparsi modelli di sostenibilità urbana replicabili altrove. Il territorio attorno all’università è infatti ricco di esperienze educative, culturali, sociali e aggregative che contribuiscono alla sostenibilità in modi diversi: alcune in maniera evidente – come il lavoro di Hangar Bicocca nel rendere la cultura accessibile – altre in forme meno visibili ma altrettanto significative, come le social street che favoriscono la socializzazione e la costruzione di comunità resilienti. Questa prospettiva può essere estesa anche ad altri quartieri di Milano o ad altre città, valorizzando le realtà locali già esistenti. Osservare ciò che accade a livello territoriale ci aiuta a riconoscere che la sostenibilità può essere promossa attraverso molteplici modalità; ai ricercatori spetta il compito di far emergere queste pratiche, metterle in circolazione e trasformarle in un patrimonio immateriale condiviso, sia su scala micro che macro.

In questo quadro, il lavoro dell’Open Air Lab ha trovato espressione in una piattaforma digitale che raccoglie e documenta le esperienze di sostenibilità del territorio, le ricerche accademiche presentate nel podcast Sustainability and the City, e gli eventi rivolti alla cittadinanza. Questo archivio digitale offre a cittadini ed enti una visione complessiva di ciò che si muove nel quartiere Bicocca e permette di approfondire pratiche e ricerche, contribuendo a consolidare una cultura della sostenibilità radicata nel contesto urbano locale.

Come nasce l’idea del podcast “Sustainability and the city” e quale valore aggiunge alla diffusione della cultura della sostenibilità?

Maddalena Sottocorno

[Maddalena Sottocorno] Come gruppo di ricerca abbiamo immaginato il podcast come mediatore per l'apprendimento. Avevamo bisogno di uno strumento accessibile ma anche scientificamente fondato che avvicinasse la cittadinanza alla ricerca. Abbiamo quindi costruito degli episodi con una traccia ricorrente che permettessero ai ricercatori e alle ricercatrici coinvolti di esprimersi utilizzando un linguaggio chiaro, rivolgendosi anche ai non addetti ai lavori. Inoltre abbiamo chiesto loro di pensare a una metafora della loro ricerca, aprendo così a una dimensione evocativa che per noi che lavoriamo nel campo dell’educazione e della formazione è molto importante, per stimolare prospettive ulteriori di approfondimento.

Quali voci o storie, tra quelle raccolte nel podcast, vi sono sembrate più rappresentative del legame tra persone, luoghi e cambiamento?

[Maddalena Sottocorno] Diciamo che tutte le puntate del podcast sono significative per reimmaginare la città di Milano e più in generale i contesti urbani. In particolare, si potrebbero citare quelle ricerche che provano a coinvolgere i cittadini nella riconfigurazione architettonica delle città, attingendo ai saperi dell’architettura, della psicologia, della geografia. Far interagire professionisti e abitanti è fondamentale per reimmaginare le città attraverso uno sguardo intersezionale, che le renda davvero alla portata di tutti (bambini, bambine, donne, anziani, anziane…).

In che modo la comunicazione può diventare un motore di partecipazione e di trasformazione culturale all’interno delle comunità urbane?

[Maddalena Sottocorno] Sappiamo quanto siano diffusi ormai i podcast: ne esistono di tutti i tipi e si caratterizzano per la loro flessibilità ed eterogeneità. Sappiamo anche che il mondo attuale è ricchissimo di informazioni, che spesso possono confondere le persone o creare delle conoscenze scorrette o non scientificamente fondate. Realizzare un podcast come “Sustainability and the city” è stata un’occasione per veicolare un’informazione chiara, godibile, ma allo stesso tempo di valore scientifico alto. Nell’attuale contesto mediatico, riteniamo che l’università non possa rinunciare al compito di garantire questo tipo di circolazione della conoscenza. Sappiamo che molti colleghi e colleghe ricercatori si stanno avvicinando sempre di più a canali come questo di social scholarship e public engagement. Speriamo ve ne siano sempre di più.

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