Margherita Fina e lo scrivere “come se fosse un film” - Bnews Margherita Fina e lo scrivere “come se fosse un film”

Margherita Fina e lo scrivere “come se fosse un film”

Margherita Fina e lo scrivere “come se fosse un film”
Margherita Fina e il suo libro "Di nero e di argento"

«A ripensarci ora, ho sempre amato il momento dello svolgimento dei temi d’italiano: ero perfettamente a mio agio nel sapere di avere 5 ore per poter scrivere su diversi argomenti.  Nel mio tempo libero, in realtà, da ragazzina preferivo disegnare e scrivere piccole poesie: la forma creativa della scrittura l’ho però riscoperta davvero nel periodo della pandemia e non l’ho più abbandonata.» Così Margherita Fina, laureata magistrale in Biotecnologie mediche di Milano-Bicocca e vincitrice dell’edizione 2023 del Concorso letterario organizzato dalla Biblioteca d’Ateneo, ci racconta l’inizio del suo percorso culminato oggi con l’uscita del suo primo libro “Di Nero e di Argento” (ed. Dialoghi).

Come nascono le tue storie?

Non sono una grande lettrice ma un’appassionata consumatrice di film e di cinema. Il mio mondo letterario prende spunto da lì, perchè mentre scrivo cerco di immaginarmi visivamente la scena descritta e mi chiedo sempre “se funzionerebbe” da questo punto di vista. In pratica, cerco di descrivere le scene immaginate nella mente, visualizzo le azioni e i personaggi,  l’atmosfera  che potrebbe crearsi durante i dialoghi, poi cerco di trascriverla.

Di Nero e di Argento è un libro ”giallo”. È il tuo genere preferito?

Assolutamente sì. Credo perché l’autore che mi ha appassionato e avvicinato al mondo della scrittura  è stato Artur Conan Doyle: ho sempre amato gialli, thriller e noir. Penso che questi siano i generi  più coinvolgenti e appassionanti, in cui il lettore viene incuriosito a volte dal macabro, dallo spaventoso, a volte dal mistero. Forse è un modo per sondare la psicologia umana, attraverso i suoi limiti insomma.

Qual è , secondo te, il punto di forza della tua scrittura?

Ho ricevuto complimenti da parte di lettori, sia per come descrivo i personaggi sia per l’originalità della storia. Sono molto contenta perchè a me piace comunque “incartare bene il regalo”, cioè curare lo stile di scrittura. Per questo,  il mio libro nasce da un lavoro durato 4 anni, fatto di pause e di revisioni. Non sono stata costante come scrittura in quanto continuavo gli studi e la mia vita. Ci sono stati diversi momenti, in cui “conoscevo” la trama ma magari non sapevo quale espediente narrativo usare: i tempi si sono allungati, ma mi sono impegnata per portare a termine il libro in modo che mi soddisfacesse.

Il libro è uscito a luglio, hai già dei riscontri?

Anzitutto, mi ha dato una grande soddisfazione personale. A questa, si è aggiunto l’entusiasmo di parenti e amici. In generale, ho apprezzato i pareri molto positivi di persone che leggono tanto. Ora mi sto occupando con la casa editrice della promozione. In particolare, ho inviato copie a ragazzi che recensiscono libri sui social: lo stanno leggendo e poi spero pubblichino video sulle loro pagine. Sicuramente vorrei organizzare delle presentazioni del libro in libreria e spero anche in Università!

Stai lavorando ad un secondo libro?

Sto scrivendo e non mi sono mai fermata in realtà. Tengo sott’occhio altri concorsi letterari. Forse il libro nuovo sarà collegato al primo, sto ancora decidendo. Sto leggendo ed è come se mi circondassi di creatività che mi dà spunti per scrivere. Rimango nel mio genere preferito, il giallo: il libro sul mio comodino è ”La moglie del becchino” di Frédéric Dard, un autore che amo per la sua scrittura asciutta, ma  che costruisce storie molto coinvolgenti.

La tua partecipazione al concorso è stata un successo: com’è avvenuta e cosa ti ha dato?

Ho partecipato sicuramente perchè ispirata dal tema  - “Mistero in biblioteca” -  che sentivo nelle mie corde. Ho letto le linee guida e ho provato. Naturalmente partecipare è stata una bella sfida personale e averlo vinto mi ha dato una grossa iniezione di fiducia in me stessa e nelle mie capacità.

Quest’anno il tema è “Oltre lo spazio”, pensi di proporre un tuo racconto?

Partecipare è sempre un modo per (ri)mettersi in gioco e trovare nuovi stimoli, anche quando il tema non ti sembra subito affine. Un concorso presuppone anche un "percorso formativo" in quanto, prima di scrivere, ti devi informare e documentare con accuratezza. Questa edizione “spaziale” concede infinite possibilità di sperimentare storie di vario genere che, perchè no, potrebbero anche essere immerse in un alone di mistero!

Se anche tu ami scrivere, lasciati ispirare dal tema e partecipa al Concorso letterario Bicocca: trovi le modalità e tempistiche qui.