Dopo l’oro ai Mondiali, nel 2026 mi laureo e mi sposo - Bnews Dopo l’oro ai Mondiali, nel 2026 mi laureo e mi sposo

Dopo l’oro ai Mondiali, nel 2026 mi laureo e mi sposo

Dopo l’oro ai Mondiali, nel 2026 mi laureo e mi sposo
Riccardo Sbertoli campione del mondo

Oro ai Mondiali 2025 nelle Filippine, vinti dall’Italia lo scorso 28 settembre in finale per 3-1 contro la Bulgaria. Campione d’Europa – due anni fa – e d’Italia – in carica – con la Trentino Volley. E questi sono solo i successi più recenti di un palmarés già ricco di suo e destinato a crescere nei prossimi anni. Riccardo Sbertoli, milanese, 27 anni, di ruolo palleggiatore, è ormai una colonna portante della nazionale azzurra di pallavolo guidata da Fefè De Giorgi e della sua squadra di club. Ed è anche uno studente del nostro ateneo (nonché uno dei volti della mostra AtleticaMENTE). Iscritto al corso triennale in Economia e amministrazione delle imprese, è ormai prossimo alla laurea. Per arrivare al traguardo, ha ricevuto un forte sostegno dalla Dual Career, il programma dell’Ateneo che offre agli studenti - atleti servizi e benefit per conciliare impegni sportivi e studi universitari. Lo abbiamo intervistato per il nostro blog.

Riccardo Sbertoli, ultimo esame sostenuto?

Riccardo Sbertoli sul ponte di collegamento tra U6 e U7 (Foto Lorenzo Passoni)
Riccardo Sbertoli sul ponte di collegamento tra U6 e U7 (Foto Lorenzo Passoni)

Tre giorni dopo la finale dei Mondiali, Planning e consulenza fiscale e societaria: ho preso 26. È uno dei due insegnamenti del corso di tecnica professionale.

Tre giorni dopo… Hai studiato anche mentre eri nelle Filippine?

Appena possibile, mi chiudevo in camera a ripassare. Tra un allenamento e una partita, De Giorgi ci lasciava alcune mattinate di tempo libero. Cercavo di ritagliarmi un’oretta sui libri.

Prossimo esame?

Revisione aziendale. Poi resta solo la discussione di tesi. Punto a laurearmi a marzo.

Tra un esame e l’altro ti sei laureato campione del mondo per la seconda volta, dopo la vittoria in Polonia nel 2022. Più difficile il bis di esami o il bis di titoli?

Riccardo Sbertoli in uno degli scatti di Lorenzo Passoni
Riccardo Sbertoli in uno degli scatti di Lorenzo Passoni

Sicuramente fino ad oggi nel mio curricolo ho più partite perse che esami falliti. Non saprei dire se sono più bravo come studente che come giocatore, perché la cadenza delle sessioni di esame ti lascia più tempo per prepararti rispetto alle partite, tutte ravvicinante o concentrate in determinati periodi dell’anno. In un match devi essere più bravo dell’avversario, in un esame hai un livello minimo di conoscenze e competenze che devi dimostrare di avere acquisito.

Dai Giochi del Mediterraneo vinti nel 2018 all’oro agli Europei nel 2021, dai due Mondiali conquistati alle due partecipazioni olimpiche: cosa significa per te indossare l’azzurro?

Riccardo Sbertoli campione del mondo
Riccardo Sbertoli campione del mondo

A 27 anni inizio a vedere compagni di nazionale più giovani di me, ma mi reputo nel pieno della carriera, gli obiettivi non mancano. Quello che mi porto dietro, al di là dei risultati, è la felicità, l’orgoglio, la soddisfazione personale di rappresentare ancora una volta la nostra nazione.

Palleggiatore alla Trentino Volley, nelle ultime tre stagioni sono arrivati due scudetti e una Champions League. Come trovi il tempo di studiare durante l’anno?

Proprio ora sto per rimettermi sui libri. Come ai Mondiali, cerco di sfruttare al massimo il tempo libero durante la settimana e di dedicare quando riesco un’ora o un’ora e mezza al giorno allo studio o alla preparazione della tesi.

Torniamo alla carriera universitaria. Quando e perché Riccardo Sbertoli decide di iscriversi all’Università Bicocca?

Sono di Milano, ho avuto la fortuna di iniziare a giocare in serie A per la squadra della mia città. Mi sono diplomato al liceo delle scienze applicate dell’Istituto Ettore Conti e l’università è stata il naturale prosieguo. Il mio interesse per la materia economica deriva forse dal mestiere di mio padre, commercialista, ma mi sono iscritto al corso di laurea in Economia e amministrazione delle imprese, qui a Milano-Bicocca, non per seguirne le orme, ma per avere una formazione a tutto tondo in questo ambito. Questo percorso di studi mi ha fornito competenze utili per la vita e anche per la mia carriera, dalla contrattualistica agli investimenti.

C’è stato un periodo nel quale sei riuscito a frequentare l’ateneo?

Tutto il primo anno l’ho vissuto da universitario. L’ambiente mi ha conquistato. Mi piaceva seguire le lezioni, conoscere persone nuove, frequentare i compagni di corso, interagire con i docenti.

Poi cosa è successo?

Nel 2021 mi sono trasferito a Trento e non sono più riuscito a frequentare le lezioni e a stare al passo con gli esami. Arrancavo nello studio, facevo fatica a reperire i materiali. Era anche la prima volta che vivevo lontano da casa mia. Ero in un momento di stallo. In questo la Dual Career mi ha dato una grossa mano. A scoprirla è stata Beatrice, la mia fidanzata, ci sposiamo il prossimo anno. Da studentessa in Biologia a indirizzo ambientale, aveva letto del programma in una mail. Me ne ha parlato entusiasta, spingendomi a candidarmi.

Con l’anno accademico 2022-2023 sei entrato nel programma. In cosa ti ha aiutato?

Lo scatto di Lorenzo Passoni a Riccardo Sbertoli per la mostra AtleticaMENTE
Lo scatto di Lorenzo Passoni a Riccardo Sbertoli per la mostra AtleticaMENTE

Mi ha ridato fiducia. Da studente a distanza e super impegnato, ero scettico sulla possibilità di arrivare alla fine degli studi. Grazie alla Dual Career, ho avuto l’opportunità di spostare la data di un esame di 4-5 giorni più in là, in base ai miei impegni professionali sportivi. Fondamentale per chi come me è via con la nazionale di volley da giugno a settembre. È successo anche con l’ultimo esame: la professoressa Federica Doni mi ha permesso di sostenerlo al limite della sessione. Ho giocato la finale il 28 settembre, sono rientrato dalle Filippine, un giorno di riposo e il 1° ottobre l’ho superato, nonostante il viaggio e lo stordimento per il fuso orario.

C’è anche tutta una parte di supporto in questo programma.

Fondamentale è stato il sostegno che ho avuto dal mio tutor e psicologo dello sport, Alessandro Turchetti, messomi a disposizione dalla Dual Career. Da quando ho cominciato a lavorare con lui sono cresciuto molto come persona, come studente e come atleta. Sono più consapevole non solo sugli obiettivi come gli esami o la laurea ma anche sul percorso di studente. Ho migliorato le mie capacità di organizzarmi e di affrontare situazioni di stress.

Quando ti laurei?

A marzo, con la professoressa Piergiovanna Natale come relatrice. Argomento: l’investimento nel capitale umano e il mercato dei talenti, con un focus sulla fuga all’estero degli skilled worker, i lavoratori qualificati.

Dopo la laurea?

Penso di continuare a studiare in una magistrale. Ma non mi spiacerebbe iscrivermi a Psicologia.

Consiglieresti a sportivi agli inizi della loro carriera di iscriversi a un percorso accademico?

Assolutamente sì. Per come la vedo io l’università ti fornisce un ventaglio di competenze che torneranno utili in futuro e ti fa crescere come persona, assumi modelli di pensiero che ti aprono la mente.

Curiosità, sei nato il 23 maggio 1998. Diciotto giorni prima dell’Università di Milano-Bicocca. Lo sapevi?

No, ma avremmo potuto essere gemelli astrali. Sono nato prima del previsto: avrei dovuto nascere proprio il 10 giugno, come la Bicocca. Un segno del destino.


La mostra fotografica “AtleticaMENTE, il racconto della Dual Career" racconta gli studenti atleti, tra cui Riccardo Sbertoli, protagonisti del percorso Dual Career. L’esposizione è visitabile fino al 31 gennaio presso la Galleria espositiva dell’edificio Agorà U6.